Cinque lamenti di Medea (I)

Traduzione di Michele Obit

La punizione fu terribile, Medea:
le tue membra prolungherai attraverso i millenni,
come ammonimento.
Oggi
lunghi capelli neri
cadono dal cielo durante un tremendo temporale,
docilmente le forme sferiche
si sollevano dall’oceano,
sulle dimenticate linee parallele della superficie terrestre
le isole della tua malinconia visitano le anime perdute.
Ed i consapevoli che misurano il diametro del tumulto.
Le unghie affilate
graffiano la gonfia sfera del cielo
perché si riversi a tempo debito
il liquido amniotico,
il capezzolo bagna la terra
in tempo di siccità.
Immersa in sé, Medea, non dormi più,
nella diffusa quiete stai in ascolto:
del ruotare della terra e
dell’oscillazione degli amanti.
Ne va della tua anima, per la tua anima
mercanteggiano gli sciacalli della legge
che non sanno
che la punizione è già stata,
terribile,
poiché non vi era trasgressione
che potessi sopportare lo sguardo sul sangue del figlio.

 

Per metà del cielo © Thauma Edizioni 2013